Le ragioni dei promotori | ||
Perchè i chirurghi dell’Acoi hanno sentito il bisogno di
organizzarsi attraverso una fondazione e perchè tale fondazione ha
assunto la denominazione “chirurgo e cittadino”? La Fondazione (FCC) testimonia un processo interno di ripensamento delle società scientifiche e delle associazioni, che, in modo particolare, in questo tempo, sentono il bisogno di arricchirsi di nuovi strumenti, di estendere la loro azione articolandosi in iniziative extra-societarie, di aprirsi al mondo che sta fuori, di instaurare un dialogo di segno nuovo con la Società. La scienza chirurgica apre un discorso su se stessa e con la Società: disponile ad ascoltare, a raccogliere opinioni, pareri, critiche, malesseri, cioè a concordare una “nuova idea di scienza” o comunque a legittimare una nuova idea di chirurgia e di chirurgo. In pratica disponibità ad una “relazione” di segno nuovo accettando di mettere a confronto la propria autonomia scientifica con le nuove prerogative ed “esigenze” del malato. La FCC si rivolge, a un tempo, ai chirurghi e ai cittadini, sensibilizzando gli uni al valore della “relazione”, convincendo gli altri sulla disponibilità dei chirurghi ad avere “relazioni” di tipo diverso (dialogo, condivisione). Per i cittadini le “relazioni” sono parti costitutive dei trattamenti; non sovrastrutture deontologiche, ma nuovi modi di essere della medicina e dei medici: la condizione per sapere, essere informati, decidere insieme, essere consapevoli dei rischi che si corrono, dare senso insieme ai chirurghi (con-senso) alle loro malattie e alle loro condizioni esistenziali. La FCC rappresenta una discontinuità, un valore aggiunto di una associazione di chirurghi nota con l’acronimo ACOI. Tale novità non è solo nella “promozione di una educazione sanitaria delle persone” o nella “ricerca....per il miglioramento della qualità della vita correlata alla prestazione chirurgica”, ma soprattutto nell’apertura della chirurgia “all’approccio dialogico”, per poter “ridurre lo scarto culturale e antropologico oggigiorno esistente“. La novità della FCC non è tanto nella informazione corretta e “certificata” indispensabile ad affrontare percorsi difficili in modo più attivo, lucido e consapevole: cioè nella “conoscenza”, ma nella partecipazione alle decisioni del cittadino in un campo che storicamente è appartenuto sempre ed esclusivamente al chirurgo; quindi la novità è la disponibilità del chirurgo a rimettere in gioco il suo storico ruolo. Il chirurgo è il titolare di un sapere esclusivo, ma nello stesso tempo deve esprimersi in una relazione consensuale con l’esperienza del malato. Per il chirurgo la “relazione” è un diverso modo di essere medico, per il malato è un modo diverso di essere paziente. E’ questo il vero nodo di complessità che non ci consente di banalizzare la “sfida della relazione” a mera deontologia o a mera informazione o a mera amabilità. La tipologia della “relazione” rappresenta l’azione strategica e la sfida della FCC. Essa deve diventare il luogo dove sia possibile confrontare punti di vista diversi: mettere in relazione il punto di vista della Chirurgia con quello della Società in un momento di cambiamenti epocali in cui le soluzioni del ‘900 saranno chiamate ad essere inevitabilmente ripensate. |
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